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Omeopatia e alimentazione: che rapporto c’è?

“Che il cibo sia la tua medicina, che la tua medicina sia il cibo” così recita l’antico aforisma ippocratico, ma oggigiorno seguire una regola apparentemente così semplice non è cosa facile, ecco perché ho deciso di parlare di omeopatia e alimentazione. La nostra alimentazione, infatti, ha subito e continua a subire una trasformazione ispirata da spinte diverse da quella che dovrebbe essere, cioè la salute dell’uomo. Una breve analisi di alcuni di questi fattori disturbanti sarà necessaria per comprendere i principi di una alimentazione corretta. La prima regola di qualsiasi disciplina che miri alla salute dell’uomo è quella di individuare e quindi rimuovere, quando possibile, tutte le noxa patogene per la salute.

OMEOPATIA E ALIMENTAZIONE: QUANTO INCIDE IL CIBO?

Parliamo di omeopatia e alimentazione, e facciamo prima di tutto un’analisi dei fattori disturbanti, in quanto curare senza prima rimuovere le cause ambientali, che sostengono la malattia, sarebbe illogico (sai cosa cura l’omeopatia?). Oggi purtroppo, il cibo può essere annoverato tra queste possibili “noxa” per diverse ragioni:

1 ALIMENTAZIONE E INQUINAMENTO AMBIENTALE

La prima ragione, la più conosciuta, tanto da essere considerata forse ovvia, è quella degli alimenti prodotti in ambienti inquinati da sostanze di sintesi utilizzate di proposito nell’agricoltura e nell’allevamento o che semplicemente raggiungono gli alimenti in modo imprevisto a causa della loro misconosciuta dispersione ambientale, specie tramite falde acquifere la cui potabilità sia compromessa. Particolarmente degni di attenzione sono quelle sostanze conosciute come “interferenti endocrini”, un innumerevole numero di prodotti di sintesi utilizzati nell’industria, non solo alimentare ma anche manifatturiera, capaci di importanti effetti biologici sull’organismo umano e la cui presenza nell’ambiente sembra essere sempre più ubiquitaria. (vedi anche il mio precedenteL’omeopatia è sicura e ti spiego perché”).

2 L’INDUSTRIA ALIMENTARE

L’industria alimentare non si occupa della salute dell’uomo, essa è guidata esclusivamente da fini commerciali ed ha il potere modificare le nostre abitudini alimentari in modo del tutto innaturale. Un caso paradigmatico è quello all’origine dell’uso smodato e di sicuro innaturale che la nostra società fa di latte e latticini. Il latte vaccino prima della rivoluzione industriale, non era affatto un alimento cosi comune come oggi. Tutto nacque nell’Inghilterra della rivoluzione industriale dove il contestuale inurbamento della popolazione alla creazione della classe operaia, mise il governo di fronte al grave problema della denutrizione infantile.

La ricerca di un alimento ad alto valore biologico, facile da produrre e trasportare in grandi quantità, fece individuare nel latte vaccino un alimento ideale per combattere la denutrizione imperante. Il grande successo di questa strategia in breve tempo fece sì che un po’ tutti i paesi europei seguirono a ruota la medesima strategia. Questa del latte vaccino è in qualche modo una vicenda simile a quella all’origine dello smodato consumo di carne di maiale, la quale ha il grande vantaggio di essere molto economica, perché facile da produrre e da conservare, la quale quindi da sempre ha rappresentato un rifugio alimentare nei periodi di magra, come guerre e carestie. Un altro problema sempre legato all’industria alimentare è invece relativo ai processi di produzione e conservazione dei cibi, i quali in via generale perdono in qualità nutrizionali rispetto ai cibi preparati in casa. Primo tra tutti i processi di raffinazione dei prodotti. I prodotti come lo zucchero o le farine eccessivamente raffinati espongono il nostro organismo a delle vere e proprie aggressione da parte dei cibi.

3 GLOBALIZZAZIONE

Anche l’apertura del mercato globale ha portato delle aberrazioni alimentari, in primis perché la conservazione ed il trasporto dei cibi porta con sé l’utilizzo di sostanze chimiche per la conservazione degli stessi, e in secondo luogo perché, secondo natura, ogni prodotto della terra dona il nutrimento necessario per il determinato clima in cui esso può completare il proprio ciclo vitale. Anche semplicemente mangiare frutta fuori stagione può essere considerata una pratica poco salubre, figuriamoci mangiari prodotti che vengono prodotti a latitudini diverse dalla nostra! Un esempio paradigmatico ci viene dal commercio delle banane. L’industria delle banane consuma più prodotti chimici per l’agricoltura di qualsiasi altra coltura al mondo, eccezion fatta per quella del cotone.

Lo smodato consumo di banane nel mondo in generale e nel nostro paese in particolare, per le ragioni predette, non può che rappresentare una minaccia per la nostra salute per un sovrapporsi di ragioni.

4 MALNUTRIZIONE   

Mentre fino al recente passato il termine malnutrizione era sinonimo di denutrizione, oggi questa condizione ha cambiato i suoi connotati.  Per malnutrizione non si intende più solamente la carenza di cibo in generale, ma anche tutte quelle condizioni dove il cibo c’è ma più spesso è di scarsa qualità. In effetti sembra che la problematica della malnutrizione si stia muovendo dalla denutrizione propriamente detta verso la malnutrizione nel senso di cattiva nutrizione, quest’ultima spesso associata all’obesità. Una quantità di cibo ipercalorico, trasformato, pronto all’uso, aberrante dal punto di vista nutrizionale, che per di più iperstimola e quindi diseduca i palati con i suoi eccessi di sali e zuccheri, specie e non solo dei più giovani, è una vera e propria arma di distruzione di massa. Come al solito ad essere sottoposti più pesantemente a tale ennesimo gioco sono i più poveri.

Si potrebbero avere dei guadagni enormi in termini di salute pubblica e quindi anche economicamente, semplicemente mettendo argine alla commercializzazione di cibo evidentemente insalubre e nocivo. Il coraggio e la lungimiranza di una tale politica porterebbe vantaggi enormi a costo zero, specie se messi a confronto con le dispendiosissime campagne vaccinali dell’OMS e a quelle altrettanto disastrose e onerose promosse dall’Unicef.

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5 EDUCAZIONE ALIMENTARE

La popolazione dei paesi industrializzati non è certo immune al problema, passare tra gli scaffali stracolmi di cibo spazzatura dei supermercati italiani o vedere le file domenicali fuori dei fast food, fa pensare che sia necessario affrontare il problema prima di tutto sotto il profilo dell’educazione alimentare. Ma chiaramente il problema è tanto semplice da individuare quanto complesso da risolvere. L’idea di promuovere determinati comportamenti alimentari piuttosto che altri, rischia di assecondare la già fortissima deriva verso la strumentalizzazione della medicina, indirizzata più spesso verso interessi economici e meno ispirata ai principi della salute dell’essere umano. Insomma, imporre una determinata alimentazione potrebbe essere un’arma a doppio taglio se non accompagnata ad una maggiore educazione e consapevolezza della popolazione.

6 LA PROVENIEZA DEL CIBO

Da tutte le ragioni predette procede come sia importante porre attenzione alla provenienza del cibo, specie ora dove le etichette dei prodotti alimentari non ci dicono proprio nulla a proposito e dove oramai il mercato del cosiddetto cibo biologico ha esaurito la sua spinta riformatrice e ha perduto il suo valore di garanzia di salubrità.

  • La filiera corta;
  • i Km0;
  • la sostenibilità ambientale;
  • la promozione della resilienza alimentare.

Sono tutti concetti intrecciati strettamente tra loro e il miglior modo per procurarsi cibo il più possibile non tossico. In altre parole conoscere chi e come produce il nostro cibo è una condizione oggi imprescindibile e l’unica modalità valida per chi voglia curare la propria alimentazione.    

7 DIETE

Esistono diversi tipi di diete per la cura o il mantenimento della salute. Facendo una analisi delle più sensate si nota come ciascuna di esse sottolinea alcuni aspetti dell’alimentazione, ma in tutte possiamo individuare dei principi di base generali e condivisibili:

  • Importanza della provenienza del cibo;
  • L’importanza di cibi non eccessivamente raffinati e comunque evitare cibi sottoposti a trasformazione da parte dell’industria alimentare (evitare anche succhi di frutta, bibite gassate, dolciumi, gomme da masticare et…);
  • Sottrarsi ad abitudini alimentari innaturali, ovvero a quelle abitudini alimentari introdotte dall’industria alimentare come l’eccessivo consumo di latte e latticini, il consumo di carne di maiale, il consumo di zuccheri semplici, l’eccesso di carboidrati e l’uso smodato di farinacei;
  • Evitare prodotti fuori stagione o provenienti da climi molto diversi da quello in cui si risiede;
  • Introdurre un cibo alla volta nella propria dieta in modo da poter individuare i cibi più o meno adatti per il nostro organismo. La quantità di sostanze sempre diverse immesse nel mercato e nell’ambiente impone una certa attenzione ad introdurre nuovi cibi nella dieta. Basti pensare agli OGM i cui possibili effetti sul nostro organismo sono tutti da scoprire.
  • Associare l’alimentazione a stili di vita corretti, evitare eccessi alimentari, come pure adeguare il numero e la quantità dei propri pasti allo stile di vita.

ALIMENTAZIONE COME ALIBI

Prima di contestualizzare il rapporto tra omeopatia e alimentazione occorre fare altre considerazioni. A volte un organismo intossicato dal cibo, dall’alcool, dal fumo di sigaretta, dai farmaci, può rispondere lentamente alla cura omeopatica. La persistenza di un tossico alimentare, come può essere il consumo di carne di maiale o un eccesso di consumo di latte vaccino, può a volte ostacolare la cura omeopatica, rendendo il percorso più lento e tortuoso.  L’adozione di stili di vita non corretti però, non sempre è una condizione semplicemente subita, come ad esempio chi è costretto a vivere in un ambiente inquinato o ad introdurre a propria insaputa cibo non adatto al proprio organismo per abitudini familiari o diseducazione del palato. Nella nostra società molte persone focalizzano la propria attenzione sull’alimentazione quando invece essa è, sebbene un capitolo importante per la nostra salute, un problema affatto prioritario per quella persona in quel determinato momento, scotomizzando in tal modo problematiche più importanti.

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ALIMENTAZIONE NELL’ARTE OMEOPATICA

Omeopatia e alimentazione si intersecano. Spesso la cattiva alimentazione può essere il sintomo di un atteggiamento autodistruttivo, come pure abitudini come il fumo di sigaretta o l’eccessivo consumo di alcool. Il medico omeopata è chiamato quindi a distinguere e quindi a trovare le cause profonde e la strada più giusta per il proprio paziente. Sappiamo ad esempio tutti come il fumo di sigaretta sia una pratica evidentemente poco salutare, ma non sempre è una buona idea chiedere al paziente di smettere di fumare, perché non si può chiedere a qualcuno più di quanto sia disposto ad accettare in quel determinato momento. Come una alimentazione scorretta può essere il sintomo di una spinta autodistruttiva, anche l’eccessiva rigidità a determinati regimi alimentari può avere la medesima ragione, ecco però che il consiglio del medico sarà tra i due, riguardo all’alimentazione, di segno opposto.

AGGIUNGERE UN ELEMENTO DINAMICO NELL’ALIMENTAZIONE

Il medico omeopata, una volta studiata la vostra costituzione, la natura dei vostri sintomi e l’assetto psicofisico nel momento della visita, saprà indicarvi la strada più adatta per voi, non solo quali sono i cibi per voi più adatti e quelli da evitare in quel determinato momento, ma anche quale sarà il regime alimentare per voi più consono in quel determinato momento, ovvero la medicina omeopatica saprà aggiungere un elemento personale e dinamico non solo nella vostra dieta ma anche nella vostra attitudine verso il mondo.

Sempre ricordando che ciascuno è il miglior medico di sé stesso, e di come quindi collaborare per la propria salute sia un elemento imprescindibile per un corretto stile di vita. La corretta alimentazione quindi non sarà mai una prescrizione da rispettare ma piuttosto un obiettivo da raggiungere con i tempi ed i modi consoni alla natura di ciascuno, e soprattutto, la corretta alimentazione per essere tale, dovrà essere modulata sull’individuo in modo dinamico a seconda delle priorità, delle necessità e della forza della persona in quel determinato momento. Solo la medicina omeopatica può aggiungere questo elemento dinamico nello sforzo verso una corretta alimentazione. Ecco quindi che si delinea quello che è il rapporto tra omeopatia e alimentazione.

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