Conoscere se stessi
Sai davvero ascoltare il corpo e la mente? Ci sono persone molto sensibili a cui basta poco, come una espressione del volto o un atteggiamento del corpo, per capire un messaggio o una situazione. Ci sono alcuni che hanno bisogno della parola scritta o parlata per aprirsi alla comprensione. Altri invece non ascoltano nessuno finché non gli si urla contro. In fine, ci sono coloro che sono impermeabili a tutto e che non capiscono mai.
Abbiamo così elencato in ordine progressivo diverse possibili tipologie di persone, in altre parole diversi gradi di sensibilità. Quando questa
sensibilità viene rivolta dall’essere umano verso se stesso si chiama capacità di ascolto della propria persona e il suo prodotto è la conoscenza di se stessi.
Limiti del misurabile: ascoltare il corpo
Diciamo che proviamo amore nel nostro cuore, perché è nella zona dove si trova questo organo che facciamo esperienza della sensazione che chiamiamo amore, ma questo non significa che in questa zona in quel determinato momento ci sia alcunché di misurabile materialmente, se non forse un lieve batticuore che di certo non giustifica le sensazioni che tutti conosciamo.
È così che tante volte la rabbia, ad esempio, si può manifestare come un mal di pancia e non ci saranno esami o analisi che sapranno visualizzarla o
misurarla 8che rapporto c’è tra omeopatia e difese immunitarie?). La conoscenza di se stessi, e quindi anche conoscere il corpo e la mente, procede dall’esperienza ma, affinché questa esperienza sia il più possibile completa, utile e reale, non può essere circoscritta al solo corpo fisico, anche se la nostra mentalità moderna spesso non permette di raffigurarsene una che vada oltre la materia in qualche modo misurabile.
Ottusità moderna
È spesso la concezione materialistica che abbiamo di noi stessi che ci rende ottusi ai messaggi prima sottili e poi a mano a mano sempre più grossolani che ci giungono tramite le sensazioni del nostro corpo (la malattia è un messaggio). Se la gente sapesse ascoltare maggiormente se stessa conoscerebbe maggiormente se stessa, e allora sarebbe costretta ad ammettere come la concezione materialistica della vita sia assolutamente insufficiente anche solo per conoscere il proprio vissuto.
Quante inutili analisi e terapie sarebbero risparmiati all’essere umano, quanto guarigione ci potrebbe essere semplicemente nel riconoscere
la delicatezza del nostro essere. L’ottusità a cui ci porta la mentalità moderna fa sì che i più si rivolgano al medico quando già ci sono importanti disfunzioni nel funzionamento dell’equilibrio psicofisico o addirittura c’è chi è talmente ottuso ai piccoli segnali che immancabilmente ci invia il nostro essere quando non più in equilibrio, che andrà dal medico solo quando ci saranno delle vere e proprio alterazioni anatomopatologiche di organi ed apparati.
La necessità di una educazione diversa
L’essere umano è molto delicato, una parola lo può far ammalare, e un’altra lo può guarire, ma nonostante questo sia sotto gli occhi di tutti, i più non fanno procedere nulla da questa semplice verità, né pensiero né azione.
Su questo terreno cresce una umanità sempre più cronicamente malata, perché ignara di sé stessa, incapace di comprendere il proprio funzionamento e quindi incompresa anche dal sistema sanitario che ne è figlio, per il quale gli psicofarmaci sono divenuti il pane quotidiano e che regala alla società come panacea una medicalizzazione della vita che è un incubo dal quale non ci si riesce a svegliare. Ascoltare il proprio corpo è una questione di educazione, una buona abitudine e in fondo una necessità imprescindibile per l’uomo che voglia stare in salute, ma tutto questo non sarà possibile per chi rimanga intrappolato nel paradigma del moderno materialismo (da qui l’omeopatia unicista e il bisogno di indagare andando oltre i semplici sintomi).